Il mondo del restauro artistico è un settore estremamente delicato e richiede competenze specifiche per poter conservare adeguatamente sia capolavori storici che opere contemporanee.
Come può un appassionato, collezionista o semplice amante dell’arte trovare il professionista giusto al quale affidare l’intervento di restauro sulla propria opera d’arte?
In questa guida esamineremo alcuni aspetti fondamentali da considerare nella ricerca del giusto esperto, oltre a fornire suggerimenti su come valutare le distintive caratteristiche dei vari restauratori, selezionando così il migliore senza alcun dubbio.
Esperienza e formazione: due elementi chiave
L’esperienza e la formazione di un restauratore rappresentano i primi criteri di valutazione. Un diploma in conservazione e restauro delle opere d’arte è ovviamente una base di partenza necessaria, ma è fondamentale anche prendere in considerazione la provenienza della scuola e l’orientamento del corso di studi.
Diversi istituti offrono percorsi formativi diversificati, aggiornati e specializzati nelle diverse tipologie di opere d’arte e materiali utilizzati, mentre altri possono presentare programmi più generalisti o appartenenti alle discipline umanistiche. Una buona domanda da porsi è se ci si preferisce, quindi, un professionista con una preparazione più tecnica e scientifica o un approccio più teorico. La scelta dipende anche dalle caratteristiche e dalla storia dell’opera che si vuole restaurare.
Affidarsi ad un restauratore con una solida esperienza sul campo è fondamentale. Da considerare come punto a favore sono le collaborazioni con istituzioni, musei o enti di ricerca. Un curriculum di questo tipo dimostra un’attitudine alla rigidezza e alla precisione metodologica richieste dagli standard dei beni culturali pubblici.
Inoltre un restauratore qualificato è regolarmente iscritto presso l’elenco dei nominativi abilitati all’esercizio della professione di restauratore di beni culturali ex art. 29 e 182 D.LGS. 42/2004 (aggiornato al 29 luglio 2020) ed esegue lavori pubblici anche per conto della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio del proprio territorio, nel nostro caso la SABAP AN-PU e SABAP AP-FM-MC.
Non bisogna dimenticare, tuttavia, la valenza delle attività indipendenti e dei lavori svolti per privati in restauro di opere d’arte: i risultati ottenuti possono essere altrettanto validi e degni di nota.
Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Ancona e Pesaro e Urbino
Metodologie e tecniche utilizzate
Ogni opera d’arte ha bisogno di un intervento specifico pensato appositamente per essa. La giusta combinazione di metodi conservativi e procedure operative assicura che il trattamento sia adeguato e rispettoso del valore storico, estetico e materiale dell’opera stessa.
Quando si avvicina un restauratore per discutere del progetto, è importante richiedere informazioni sui procedimenti che verranno impiegati durante l’intervento, così da poter valutare se questi siano effettivamente idonei per l’opera in questione.
Le tecniche di restauro variano notevolmente in base all’opera d’arte e al materiale che la compone, ma alcune delle metodologie maggiormente utilizzate includono:
- Pulitura: il processo di pulizia dell’opera al fine di eliminarne lo sporco e i depositi superficiali;
- Consolidamento: l’intervento per rinforzare parti danneggiate o fragili dell’opera, come ad esempio strappi su tele o crepe su dipinti murali;
- Integrazione: la tecnica di reintegro estetico delle lacune, mediante stuccatura, trattamenti coloranti o ritocco pittorico;
- Sistemi diagnostici non invasivi, come raggi X, infrarosso o ultravioletti, per analizzare con precisione le condizioni dell’opera ed effettuare scelte adeguate;
- Analisi chimiche e microscopiche, per comprendere al meglio le caratteristiche dei materiali usati dall’artista e approfondire la conoscenza dell’opera.
Comunicazione e trasparenza
Un aspetto molto importante nella scelta del restauratore è la capacità di comunicare in maniera efficace e chiara. È fondamentale instaurare un rapporto aperto e collaborativo, dove sia possibile discutere e confrontarsi sulle scelte tecniche e metodologiche riguardanti l’intervento.
Per evitare malintesi o problemi, è buona prassi richiedere un preventivo dettagliato contenente la descrizione dell’intervento, le tempistiche previste e i costi dei materiali e del lavoro. Questo documento potrà poi trasformarsi in un contratto vincolante tra le parti, che assicurerà una maggiore garanzia di qualità e professionalità nel lavoro svolto dal restauratore.
Osservare il portfolio e chiedere referenze
Il passo successivo nella scelta del giusto restauratore sarà quello di analizzare con attenzione il suo portfolio, osservando i risultati ottenuti negli interventi precedenti e valutandone l’estetica e le caratteristiche tecniche.
Inoltre, non si deve esitare a chiedere referenze ai propri contatti nel mondo dell’arte, come ad esempio galleristi, collezionisti, curatori o docenti universitari; spesso sono loro stessi a sapere quali professionisti soddisfano al meglio le aspettative, possedendo conoscenze più approfondite sulle competenze e reputazioni dei vari restauratori presenti sul territorio.
Ascoltare il proprio istinto
Infine, senza dubbio, dopo aver attentamente pesato ogni considerazione, ascoltare il proprio istinto può rivelarsi una scelta saggia. Se si avverte una particolare empatia o fiducia nei confronti di un restauratore, questa sensazione potrebbe essere il segno che è quello giusto a cui affidare il prezioso compito di prendersi cura e valorizzare ulteriormente l’opera d’arte in questione.
Abbiamo così elencato tutti i consigli che ci sentivamo di fornirti per la scelta del miglior restauratore di opere d’arte senza commettere errori e, prima di salutarci, ringraziamo gli Esperti restauratori di opere d’arte della Angelani Restauro per il supporto e le preziose informazioni che ci hanno fornito per la scrittura di questo nostro articolo.