Facebook registra anche le intenzioni
Quasi mai le persone che navigano in rete si rendono conto di quanto si viene “spiati” dalla rete stessa, come se tutti fossimo protagonisti inconsapevoli di una sorta di Grande Fratello virtuale che, però, è estremamente reale negli effetti. Questo si verifica, ad esempio, nella pubblicità che ti viene proposta mentre stai navigando: hai mai notato che, casualmente, ti compaiono pubblicità relative a cose che hai pensato e ricercato in maniera generica su internet? Non è casuale, le pubblicità sono proposte in maniera personalizzata, se sei andato alla ricerca di tariffe telefoniche per capire se hai la possibilità di pagare di meno a parità di servizio o per altri motivi, ti troverai con pubblicità di vari operatori telefonici e così via; la pubblicità viene proposta sulla base di un tuo profilo personale elaborato sula base delle tue esperienze di navigazione, in qualche modo la rete ti conosce, sa quali sono i tuoi interessi e usa le informazioni che ha su di te, molte più di quello che puoi immaginare, per cercare di trarne profitto, a scopi commerciali.
Lo spionaggio non si limita, tuttavia, a questo. Sei iscritto a Facebook? Chissà quante volte preso da uno stato d’animo particolare o dal nervoso, impulsivamente hai scritto un post su Facebook ma poi, ripensandoci, lo hai cancellato, mai pubblicato. Tutto cancellato? Niente affatto, la tua intenzione è stata registrata comunque da Facebook anche se non hai pubblicato nulla e Facebook è in possesso di ogni parola digitata, pubblicata o cancellata prima di pubblicarla. Lo dimostra uno studio di Sauvik Das, un ricercatore della Carnegie Mellon e di Adam Kramer, informatico che hanno dimostrato come l’autocensura su tale Social venga comunque raccolta e registrata, restando negli archivi di Facebook.
Tutto è registrato su Facebook
All’interrogativo se Facebook sa quando vuoi scrivere un post e poi hai un ripensamento e il contenuto di quel post, come se scrivessi su un foglio di carta che getti via e qualcuno andasse a riprenderlo per scoprire che cosa volevi scrivere. Se questo accadesse fisicamente lo considereresti sicuramente una violazione alla tua riservatezza, un atto di spionaggio se addirittura non qualcosa di più ma la cosa accade in maniera occulta, senza la tua consapevolezza e tu non hai modo di accorgertene. Devi sapere, però che tutti i non post, tutti i non status e i non commenti, ossia tutte le manovre che fai su Facebook senza mai concluderle concretamente con la pubblicazione, sono a conoscenza e registrate da Facebook tramite il Browser.
In verità questo avviene comunemente anche con Google con la posta elettronica di Gmail, salvando le diverse versioni delle mail anche se non inviate e rende possibile risalirci; questo viene fatto per un’utilità per l’utente anche se magari in maniera piuttosto discutibile mentre Facebook lo fa per motivi che non sono chiari. Dunque esiste la tecnologia che permette a Facebook di conoscere tutte le parole scritte e poi cancellate prima della pubblicazione anche se non si sa se questo viene in qualche modo utilizzato, come e per che cosa. Quello che è certo è che un tale strumento non ha senso di essere se non viene in qualche modo utilizzato e anche se per ora, sembra, non ha avuto ancora alcun utilizzo pratico, prima o poi Facebook lo userà per qualche scopo, resta solo da capire quando, come e perché. L’autocensura dell’utente rappresenta una mancata esplicitazione di informazioni dell’utente stesso che possono rivelarsi più che utili per Facebook. Attenzione, dunque a quello che scrivi su Facebook anche se non lo pubblichi, pensa bene prima di scrivere qualsiasi cosa, il Grande Fratello ti spia e un domani potresti pentirti delle tue intenzioni.