Salute

Scarpe antinfortunistiche: c’è una scadenza? Ecco i consigli da seguire

Tra i più importanti DPI, ovvero dispositivi di protezione individuale, troviamo certamente le scarpe antinfortunistiche, che sono obbligatorie da indossare in un gran numero di ambienti lavorativi. Uno degli aspetti che si ignorano, però, è il fatto che hanno una scadenza ben precisa che, nel caso in cui non venga rispettata, può condizionare notevolmente il livello prestazionale che viene garantito. Di conseguenza, è importante capire quando sia necessario cambiare le scarpe da lavoro.

Un numero sempre più alto di aziende si sta dotando di un distributore DPI, che possa mettere a disposizione di tutti i lavoratori proprio i vari strumenti da indossare, in alcuni casi obbligatoriamente, per aumentare la propria sicurezza sul luogo di lavoro. Ebbene, le scarpe antinfortunistiche sono certamente calzature che vengono usate spesso durante la settimana e, di conseguenza, sono soggette ad usura come e più di quelle normali. Il problema è che le scarpe da lavoro devono essere sempre in grado di garantire un alto livello prestazionale: di conseguenza, qualora si rendesse necessario, è bene ricorrere subito alla sostituzione.

Scarpe antinfortunistiche, quando bisogna sostituirle?

Un punto focale è proprio quello di saper riconoscere il momento giusto in cui provvedere alla sostituzione. Nella maggior parte dei casi, si provvede alla sostituzione delle scarpe antinfortunistiche con una cadenza semestrale, tenendo conto di un impiego giornaliero. È abbastanza chiaro come l’usura non si possa percepire, in tanti casi, a occhio nudo: di conseguenza, sostituire in automatico, ad una scadenza ben precisa, le scarpe è un ottimo sistema per garantire sempre la massima affidabilità e sicurezza.

Per i datori di lavoro più scrupolosi, invece, ci sono due fattori da tenere in considerazione per capire il momento giusto per provvedere alla sostituzione delle scarpe da lavoro. Stiamo facendo riferimento al fatto di verificare in modo costante lo stato di usura effettivo della calzatura; il secondo aspetto è quello di rispettare sempre la data di scadenza che viene sempre segnalata da parte del produttore o fornitore.

Per chi non lo sapesse, anche le scarpe antinfortunistiche presentano, esattamente come ogni altro dispositivo di protezione individuale, una data di scadenza, che viene riportata sulla confezione. Nella maggior parte dei casi, tale data è compresa tra 12 e 18 mesi ed è differente in base alla tipologia di rischio presente nell’ambiente lavorativo e alla categoria di lavoro e di mansioni che vengono svolte dal lavoratore.

L’inserimento di una data di scadenza è obbligatorio dal momento che diversi materiali di cui sono composte le scarpe da lavoro possono deperire e, di conseguenza, possono causare un calo delle prestazioni della calzatura stessa. Non è un caso, di conseguenza, che tra i requisiti informativi obbligatori dei DPI debbano essere inserite sia la data di scadenza che quella relativa alla fabbricazione.

Altri fattori che possono favorire il deperimento dei materiali

Sullo stato dei materiali possono avere una certa influenza anche altri aspetti, come ad esempio delle particolari condizioni d’utilizzo, piuttosto che le modalità di conservazione. Proprio il fatto di non rispettare alcune semplici regole riguardanti questi ultimi due fattori potrebbe favorire un deperimento più veloce dei materiali e, quindi, una minore resistenza rispetto all’usura.

Uno dei materiali maggiormente impiegati come ammortizzante nelle scarpe da lavoro è l’EVA. Ebbene, per fare in modo di proteggere le sue peculiarità, tale materiale deve essere conservato a temperature che vanno da 5 fino a 25 gradi. In caso contrario, senza queste accortezze, ecco che il deperimento e l’usura saranno notevolmente più rapidi.

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